Milano. 13 arresti per tangenti per appalti metro.

di redazione 23/06/2020 CULTURA E SOCIETÀ
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Tredici persone sono state arrestate per presunte tangenti e appalti truccati a Milano. Ci sono 8 appalti da 150 milioni di euro al centro dell'inchiesta della Procura di Milano. Tra gli arrestati figura Paolo Bellini, dirigente dell'Atm (Azienda trasporti milanesi), responsabile degli 'impianti di segnalamento e automazione' delle linee metropolitane. A Bellini vengono contestate presunte tangenti per 125mila euro tra il 2018 e il 2019.

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere, corruzione, turbativa d'asta, peculato, abuso d'ufficio. Trenta persone fisiche e otto società indagate.

Tra gli arrestati due manager di Alstom Ferroviaria e uno di Siemens Mobility. Gli arresti eseguiti dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano.

 Le indagini, spiega il procuratore di Milano Francesco Greco, "hanno accertato l'esistenza di un sistema di metodica alterazione di gare ad evidenza pubblica indette da Atm spa gravitante attorno alla figura" di Paolo Bellini, "pubblico ufficiale con il ruolo di Responsabile dell'Unità amministrativa complessa sugli impianti di segnalamento e automazione delle linee metropolitane 1,2, 3 e 5", e "alle società Ivm srl e Mad System srl", create da Bellini per "interferire" negli appalti. 

Nell'indagine, spiega Greco, sono stati anche "raccolti elementi" su un "episodio di corruzione" del 2006 per "l'assegnazione dell'appalto relativo al sistema di segnalamento" della linea M1, la 'rossa', "nel cui contesto sono emerse le recenti criticità (frenate brusche d'emergenza)".

In Procura a Milano, infatti, sono aperte anche indagini sulle frenate con feriti che si sono ripetute per mesi. Del sistema di sicurezza se ne occupa Alstom, società finita ora indagata nell'inchiesta sugli appalti.

l centro delle indagini di Procura e Finanza ci sono 8 appalti da 150 milioni di euro. In tutto ci sono trenta persone fisiche e otto società indagate. Tra gli arrestati figurano il dirigente e altri funzionari dell’azienda dei trasporti milanese, ma anche i manager e dirigenti delle imprese private considerate colluse. Tra questi due manager di Alstom Ferroviaria e uno di Siemens Mobility. Coinvolte anche Ceit e Engineering Informatica, Gilf e Ctf. Tutte società indagate per la legge sulla responsabilità amministrativa: disposte anche perquisizioni e sequestri. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio. “Sono stati ricostruiti – si legge nel comunicato della Procura firmato da Greco – decine di episodi corruttivi e di turbativa d’asta maturati in particolare nel settore degli appalti per l’innovazione e la manutenzione delle metropolitane milanesi”.

L’inchieste e le brusche frenate sulla metro di Milano
Nell’indagine dei pm di Milano sono stati anche “raccolti elementi” su un “episodio di corruzione” del 2006 per “l’assegnazione dell’appalto relativo al sistema di segnalamento” della linea M1, la ‘rossa’, “nel cui contesto sono emerse le recenti criticità (frenate brusche d’emergenza)”, sottolinea nel comunicato lo stesso procuratore Greco. In Procura a Milano, infatti, sono aperte anche indagini sulle frenate con numerosi feriti che si sono ripetute per anni: secondo i dati forniti da Atm più di un anno fa, le frenate di emergenza sono state oltre 300 tra il 2015 e il 2018. I pm hanno aperto due fascicoli sugli episodi più gravi, quelli del 4 e del 9 marzo 2019. Nel 2006 ad aggiudicarsi il bando per la modernizzazione della rete metropolitana milanese, fornendo il software di navigazione e gestione, fu appunto la Alstom, società francese finita ora indagata nell’inchiesta sugli appalti. Un’altra società indagata, la Siemens, si occupa invece della gestione sulla linea ‘verde’ M2.

 

Il “metodo” Bellini: soffiate sulle gare e mazzette mensili
Secondo le indagini, il “metodo” del dirigente Bellini consisteva “nell’offrire alle imprese interessate a partecipare alle gare” dell’Atm la sua “consulenza”, “sotto forma di fornitura di materiale e informazioni privilegiate, trafugate dalla stazione appaltante”, spiega nella nota il procuratore Greco. Alle imprese sarebbe anche stata garantita la “possibilità di sopralluoghi riservati e perfino la supervisione e correzione delle bozze di offerta, sino all’indicazione precisa delle percentuali di ribasso da offrire ad Atm”, che è “parte lesa”, per prevalere sulle concorrenti. In cambio, è l’accusa, Bellini incassava tangenti “proporzionali al valore dell’appalto e cadenzate mensilmente”. In più le imprese vincitrici delle gare dovevano “coinvolgere nell’esecuzione delle opere”, come subappaltatori, le società Ivm e Mad System “occultamente create e dirette dal funzionario infedele”, scrive la Procura, o altre imprese con cui poi Bellini “concordava” le mazzette.

“Pilotate anche le procedure di assunzione in Atm”
Per questo, si legge sempre nel comunicato, in due anni non sono stati registrati solo i 125mila euro in tangenti che Bellini avrebbe incassato. Il dirigente è accusato di aver ricevuto anche altri servizi e benefit, ma soprattutto di aver acquisito rilevanti subappalti relativi sempre ai lavori pubblici sulle metropolitane di Milano. Infine, dalle indagini Bellini risulta anche “intervenuto per pilotare alcune procedure di assunzione di personale” in Atm. Persone, scrive ancora il procuratore Greco, prive “delle necessarie professionalità e competenze“, ma legate alle imprese che gli pagavano le tangenti e quindi in grado di garantirgli “l’assoluta riservatezza nelle gestione illecita della fase esecutiva dei lavori”.


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